“Il gusto per le cose giuste” il 12 settembre in libreria

In anteprima a pordenonelegge 2017 sabato 16 settembre  (ore 15, Convento di san Francesco). Andrea Segrè dialogherà con Alessandra Tedesco, Radio 24

 

Un’appassionata lettera, che diventa anche manifesto politico, alla generazione Z. A tutti i ragazzi e le ragazze compresi tra i 13 e i 30 anni, a quei centennials nativi digita­li che sono cresciuti con lo smartphone in mano. La loro vita è fatta di post alla peren­ne ricerca dei like, iperconnessi tra centi­naia di amicizie virtuali. Ma la iGeneration è isolata anche quando si trova in mezzo alla gente.  Sfuggenti alle categorizzazioni, i giovani di oggi accolgono ogni sfumatura di diversità, criticano la superficialità e cercano passio­ni autentiche, lottando per rimanere fedeli a loro stessi, per guadagnarsi un futuro in un mondo instabile e precario.  A loro si rivolge in queste pagine Andrea Segrè – eclettico professore universitario, ideatore e promotore di tante iniziative vi­sionarie come la campagna europea Spre­co Zero e il più grande parco tematico agro-alimentare al mondo (F.I.CO.) – per declinare una nuova «grammatica» che sfidi la pale­se ingiustizia di cui questa generazione Z è vittima: quella di non poter vedere il pro­prio futuro, bloccata com’è dall’assenza di prospettive.  “Il gusto per le cose giuste. Lettera alla Generazione Z”, un libro – anzi una lettera, anzi un manifesto – dell’agroeconomista Andrea Segrè esce martedì 12 settembre per Mondadori (150 pagg. € 17) e sarà presentato in anteprima a pordenonelegge 2017 sabato 16 settembre (ore 15, Convento di San Francesco) in dialogo con la giornalista di Radio24 Alessandra Tedesco. 

Il futuro, comunque vada, sarà solo e soltanto dei giovani di oggi: ne saranno loro i protagonisti. E bisogna che vi arrivino pre­parati, sapendo le cose giuste. Come? Im­parando a guardare il presente da diverse angolazioni, perché la diversità è sempre una ricchezza e la contaminazione fra sape­ri aiuta a crescere; studiando, in una scuola aperta e inclusiva; cercando dei maestri di vita; sapendo dire anche «Basta!»; facendo proprio il rispetto dei limiti naturali; rico­noscendo la reciprocità nella condivisione dei beni; rispettando la dignità delle perso­ne e del lavoro; perseguendo – in una pa­rola – un dolce «stilmedio», cioè una con­dotta, basata sull’equilibrio personale, sulla cura degli altri, sulla sostenibilità ecologica, sulla circolarità dell’economia.  Finito il tempo delle ideologie rimangono le idee, le visioni, i progetti e le azioni. E al­lora, in un mondo in cui l’identità è spesso derivata da ciò che si possiede, l’esortazio­ne più profonda di un adulto ai giovani non può che essere: «Provate a trovare voi stes­si». Questo libro spiega come.   Per esempio riflettendo sul fatto che quello lineare non è l’unico moto possibile. Esiste quello circolare. E proprio il moto circolare potrebbe alimentare il nostro cambiare verso: passare dalla linearità, che tutto esaurisce, alla circolarità, che tutto riprende. La circolarità che, per inciso, è il moto della natura. Ma può essere anche quello di una società e di un’economia. Quella che tenta di rimodellare i sistemi di produzione e consumo sulla base di quanto accade in natura dove la materia, le risorse, vengono costantemente reimmesse nel ciclo senza creare scarti o sprechi. Niente di nuovo, intendiamoci. Anzi è l’economia sostenibile – secondo le ultime direttive comunitarie – che ci aiuterà a superare la crisi dell’economia lineare. Quella della crescita senza limiti. Sostenibilità è infatti un altro termine che incontreremo spesso: vuol dire che a ogni essere umano deve corrispondere una quota di natura. Già, ma si fa presto a dire a un giovane: “Devi essere te stesso!”, perché essere se stessi è compito di tutta una vita, un cammino di faticosa libertà». Un moto nel quale le regole devono essere cambiate, e se necessario ribaltate.

 

«Questo testo – spiega l’autore, Andrea Segrè – riprende e aggiorna, o meglio, è la continuazione di Basta il giusto (quando e quanto). Lettera a uno studente sulla società della sufficienza. Manifesto per un nuovo civismo ecologico, etico, economico (Milano, Altreconomia, 2011). Allora era una lettera rivolta a un “mio” studente appena iscritto all’università. Fu scritta materialmente a Manto-a durante il Festivaletteratura 2011. Cercavo di trasmettere ai giovani una visione-azione che avevo maturato in quel tempo: lo Spreco Zero. Un orizzonte da vedere, una meta da raggiungere, uno stimolo concreto per ridurre progressivamente e con azioni precise il consumo di risorse (limitate) e le emissioni (illimitate) nell’ambiente legate alle attività di produzione, trasformazione, distribuzione, consumo. Da allora sono passati solo sei anni, Spreco Zero è diventata una carta-manifesto per i sindaci, poi un’associazione di comuni sprecozero.net, una campagna europea per sensibilizzare l’opinione pubblica: Un anno contro lo spreco. Il mondo è cambiato, si sono succeduti tanti eventi che ne hanno influenzato le sorti».

Autore dell'articolo: Redazione

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