10 azioni per la Giornata mondiale dell’alimentazione 2018

La Giornata mondiale dell’alimentazione 2018 – un mondo a Fame Zero entro il 2030 è possibile – chiama all’azione concreta di tutti noi, da subito. Anche perché dar da mangiare a una popolazione che a metà del secolo raggiungerà i 10 miliardi, e sarà sempre più urbanizzata, richiederà un aumento della produzione del 60%. Che a sua volta comporterà un incremento di energia di oltre il 30% e di acqua di più del 50%. Il nostro futuro passa dunque per una produzione agricola e un consumo alimentare più sostenibile, nel senso che dobbiamo usare meglio le risorse naturali che abbiamo a disposizione – il suolo, l’acqua, l’energia – pensando che sono limitate e rinnovabili nel tempo. Produrre di più con meno, mangiare di meno e meglio, migliorare l’accesso al cibo a tutte le fasce della popolazione e in ogni latitudine. Queste sono le “formule” che dobbiamo applicare nei prossimi decenni se vogliamo davvero azzerare la fame che affligge oggi oltre 800 milioni di persone sparse in tutto il globo.

Eppure c’è qualcosa che possiamo fare da subito. Ridurre gli sprechi alimentari. Secondo la FAO, oltre un terzo del cibo prodotto in tutto il mondo va perduto o sprecato. I costi globali degli sprechi contano circa 2,6 trilioni di dollari l’anno, compresi 700 miliardi di costi ambientali e 900 di costi sociali. Davvero un non senso: produrre e gettare nella spazzatura. Perché, ammesso e non concesso che si riesca davvero ad aumentare la produzione agricola del 60%, perderne subito un 1/3 significa che la produzione reale diventa solo il 40%. Se l’incremento della produzione agricola e la modificazione delle diete alimentari richiedono tempo, e dipendo anche dal tempo (atmosferico) e dunque dal cambiamento climatico in atto, il contrasto agli sprechi alimentari chiama tutti noi all’azione concreta immediatamente: la causa principale risiede infatti nel nostro comportamento e nel rapporto che noi consumatori abbiamo con il cibo.

Limitandoci agli sprechi in Italia, voglio ricordare che oltre il 50% del cibo che acquistiamo finisce nel nostro bidone della spazzatura. Lo spreco domestico è il principale “nemico” da combattere. Anche perché il cibo ancora buono che finisce nella spazzatura, spesso indifferenziato, non si può recuperare a fini caritativi come i prodotti invenduti o non consumati negli altri anelli della filiera alimentare: agricoltura, industria, distribuzione, ristorazione. Tutto si può recuperare, come da vent’anni insegna l’esperienza di Last Minute Market, a parte lo spreco domestico. Che oltretutto costa smaltire come rifiuto. Nell’indagine dei diari dello spreco, curata dall’Università di Bologna, emerge che ogni famiglia getta 84,9 kg di alimenti edibili per un costo di 250 euro. Il che vuol dire a livello nazionale 2,2 milioni di tonnellate pari a 8,5 miliardi di euro ovvero lo 0,6 del Pil.

Cosa possiamo fare concretamente a partire da oggi, Giornata Mondiale dell’Alimentazione?

Ecco le 10 azioni che ci consento di passare dal dire al fare, come ci ricorda lo slogan della giornata: “le azioni sono il nostro futuro”.

1. Acquistare solo ciò che ci serve, facendo una lista precisa senza cadere nelle sirene del marketing.

2. Prediligere alimenti locali e di stagione basati sulla Dieta Mediterranea.

3. Leggere e capire bene etichette e scadenze.

4. Usare frigo, freezer e dispensa per conservare gli alimenti e non per stiparli alla rinfusa.

5. Cucinare quanto basta, ma se avanza condividere con i vicini o “riciclare” tutto il giorno dopo.

6. Far in modo che il bidone della spazzatura sia vuoto, differenziando tutti i rifiuti (anche quelli non alimentari).

7. Al ristorante chiedere di riportare a casa ciò che non viene mangiato.

8. Riconoscere che il cibo ha un valore non solo per il nostro portafoglio ma anche per la nostra salute.

9. Chiedere che l’educazione alimentare e quella ambientale rientrino nelle nostre scuole come parte dell’educazione alla cittadinanza.

10. Mangiare è un atto di giustizia e di civismo: verso sé stessi, verso gli altri, verso il mondo.

Così, agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile, dobbiamo aggiungere oltre a FameZero anche SprecoZero: da oggi un mondo senza sprechi è possibile.

Autore dell'articolo: Segreteria