Ci siamo, FICO aprirà al pubblico mercoledì 15 novembre, alle 16.30.
Della Fabbrica Italiana Contadina si è parlato molto in questi giorni, dopo l’anteprima per la stampa nazionale e internazionale. Fondazione FICO sarà centrale per il progetto: vogliamo promuovere l’educazione alimentare e i saperi del cibo, il consumo consapevole, la produzione sostenibile, mettendo in rete le più importanti realtà della cultura agroalimentare e della sostenibilità. In questo blog vorrei condividere, oggi e nei prossimi giorni, il come e il perché siamo arrivati al Parco agroalimentare più grande del mondo.
“L’idea di partenza nasce dall’esperienza di recupero di cibo altrimenti sprecato rispondendo a una domanda di fondo. Ma perché sprechiamo tanti alimenti? Risposta (sintetica): perché al cibo non diamo più valore. E infatti, oltre a gettarlo via quando è ancora buono, noi italiani mangiamo male. Da qui la necessità di trovare un luogo unico dove promuovere un laboratorio «vivente» e reale di educazione alimentare. Quel luogo era davanti ai miei occhi, di fronte alla facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.
Si è trattato di un lavoro collettivo straordinario ed entusiasmante che ha portato alla valorizzazione di un bene pubblico, il Centro Agroalimentare di Bologna, un grande spazio di oltre 70 ettari sovradimensionato per le esigenze di un mercato ortofrutticolo, con risorse private. Gli investitori del parco sono infatti tutti privati, la maggior parte «istituzionali» e casse previdenziali collegate direttamente o indirettamente al cibo: medici, veterinari, agronomi, ingegneri e architetti, periti industriali e agrari, giuristi (pag 103-105, Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z, Mondadori 2017).
Ciò che a me veramente interessa è che attraverso questo parco agroalimentare si contrasti la nostra maleducazione alimentare promuovendo la dieta media-mediterranea, in particolare fra i più giovani. Questa è la nostra missione (possibile)”.