Acqua, spreco nello spreco

Prendo spunto dal Climathon 2017 per parlarvi di un tema che mi sta molto a cuore: l’acqua. Oltre che berla, la mangiamo, con l’unica differenza che quella nel nostro piatto è meno “visibile”. Eppure l’80% delle risorse idriche viene utilizzato in agricoltura per produrre gli alimenti.

Entro il 2025, 1,8 miliardi di persone vivranno in Paesi o regioni con assoluta scarsità d’acqua e due terzi della popolazione mondiale potrebbe vivere in condizioni di stress idrico. La prospettiva è catastrofica, ve ne potete rendere conto.

Mai come nell’ultima estate si è parlato di acqua: ce lo fa notare il terzo Food Sustainability Report, che stila anche una classifica dei Paesi che meglio gestiscono l’acqua.

È in questo contesto precario che lo scienziato Tony Allan del King’s College di Londra ha “inventato” il calcolo dell’acqua “virtuale”, ovvero la quantità di acqua dolce contenuta nei beni agricoli. Da questa misurazione emerge che per produrre una 1 kg di carne bovina ci vogliono 15.500 litri di acqua, per 1 kg di carne di pecora 3.900, di pollo 3.900, per 1 kg di pasta 1.600 litri, per un litro di latte 1.000 litri, per 1 kg di verdura 325 litri, per un’arancia 50 litri e per un hamburger 2400 litri.

Dietro ai pasti che consumiamo quotidianamente, quindi, ci sono enormi quantità di risorse idriche che variano a seconda del regime dietetico. La dieta mediterranea utilizza in un anno poco più di 1.700 metri cubi di acqua pro capite: può sembrare un’enormità, ma la dieta anglosassone finisce per assorbirne molti di più: fino a 2.600.

E poi ci sono gli sprechi. Ogni anno in Italia si prosciuga un bacino idrico grande come il lago d’Iseo per irrigare frutta, verdura e ortaggi che non raggiungeranno gli stomaci dei cittadini: è lo spreco idrico del cibo che resta “in campo”, nei luoghi dove il cibo è coltivato. Vale oltre 16 milioni di tonnellate di acqua “virtuale”, ovvero 13.709.248.330 di metri cubi, equivalenti appunti al lago d’Iseo.

L’Osservatorio Waste Watcher ha calcolato che l’impronta idrica dello spreco in Italia ammonta a 24.927 litri all’anno per ogni cittadino. Ciò equivale a dire che dietro allo spreco di ogni famiglia – 145 kg  ovvero circa 35 kg pro-capite di spreco alimentare annuo – si nascondono “virtualmente” circa 25 metri cubi di acqua, riversati nel bidone della spazzatura di ogni italiano.

Uno spreco nello spreco.

“Eppure che la stessa acqua ci insegnerebbe la circolarità. Il suo ciclo è uno dei primi esempi che vengono spiegati ai bambini, tanto è semplice e lineare. La nuvoletta con l’acqua piovana che cade sulla Terra, i corsi d’acqua che si riempiono e finiscono nei mari, i ghiacciai che si sciolgono e l’evaporazione. Chi non se lo ricorda. In quello schemino disegnato dalla maestra alla lavagna  -ai miei tempi si faceva così- tutto ricomincia da capo.

 

Dobbiamo ritornare a essere acqua, riconoscere quel circa 70% di liquido che è dentro di noi – se è così preponderante vorrà pur dire qualcosa – e adeguare il nostro comportamento al suo. Se l’acqua esiste all’interno di un cerchio, questo non va spezzato. Anziché sfruttare e poi combattere contro la natura, la cosa più intelligente da fare sarebbe imitarla, seguire il suo esempio” (pag 63-67, Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z, Mondadori 2017).

Autore dell'articolo: Segreteria