Il perimetro che circonda la clessidra è un confine che rappresenta lo spazio della nostra casa, anzi meglio, delle nostre case. Una grande, il mondo, e una assai più piccola, le quattro mura dove abitiamo (e fra le altre cose mangiamo). Queste case sono l’ecologia e l’economia. La radice, eco (oikos in greco vuol dire casa), è la stessa.
Quella più grande, l’eco-logia, è la casa delle risorse naturali: il suolo, l’acqua, l’energia, l’aria, i minerali. Quella più piccola, l’eco-nomia, accoglie e cura le persone. La seconda casa sta, fisicamente, dentro la prima. E non viceversa. L’economia è un aggettivo, non il sostantivo. Cambia totalmente la prospettiva.
Questa è la visione di una società fondata sull’ecologia economica. Circolare perché corre lungo quel confine, e sostenibile perché, rispettando i limiti del confine stesso, può durare nel tempo rinnovandosi continuamente. Lungo il perimetro si muovono quindi gli elementi che caratterizzano questa visione. In sintesi:
– le risorse naturali sono limitate e rinnovabili;
– conseguentemente la produzione e il consumo dei beni, inclusi quelli alimentari, devono rispettare i limiti della fisica e i tempi della biologia;
– il ciclo di vita dei beni deve essere progettato dalla culla alla tomba in tutte le fasi – produzione, trasformazione, distribuzione – prevedendo fin dall’inizio la manutenzione e il loro recupero, riuso e riciclo;
– scarti, sprechi e rifiuti devono essere ridotti a zero.
Dunque, al centro della clessidra, che è anche il centro del cerchio, si toccano le due cuspidi delle piramidi dove sono rappresentati gli estremi negativi, nel nostro caso la sedentarietà e i dolci. È il punto più lontano dal perimetro del cerchio.