Dall’unione delle due piramidi – alimentare e del movimento – in modo che le due cuspidi si tocchino, viene fuori una clessidra.
Si tratta di una figura particolare, simbolica. La clessidra rappresenta dunque il tempo, lo spazio, lo scambio, la relazione, il passaggio. Ma anche la misura, come strumento che scandisce il moto degli opposti e come valore che identifica il medio cui dovete ispirarvi e tendere.
Le due piramidi, quella degli alimenti e quella dei movimenti, rappresentano i due “vasi” comunicanti, una alla base e l’altra sopra rovesciata. Vi fa capire quanto sia utile anzi necessario il collegamento tra questi due “mondi”.
La stessa piramide ha una sua storia e geometria: il denominatore comune di tutte le piramidi costruite nei secoli dai vari popoli del mondo è il desiderio di avvicinarsi al cielo. La piramide è la scala che serve a salire: e qui entrano in gioco lo spirito, la religione, le aspirazioni umane e ultraterrene. Ma è pure la figura che tende alla perfezione.
Se si ruota la clessidra di 90 gradi sembra una sorta di otto messo in orizzontale. È il simbolo dell’infinito (potenziale), una quantità che può crescere fin che vi serve. Se ne deduce che avere/fare troppo (cibo/movimento) non serve, e dunque non è più un piacere.
Se girate la clessidra di 180 gradi i “fluidi” contenuti negli alimenti e nei movimenti passano da una piramide all’altra, si mescolano (nel corpo e nella mente).
Per dire, anzi ribadire, che è importante combinare ed equilibrare il vostro nutrimento con il movimento. Mangiare bene senza muoversi o, viceversa, muoversi e mangiare male, non è salutare.