Il mondo dopo lo sviluppo, l’esempio dell’Enciclica

Leggendo l’articolo di Wolfgang Sachs appena pubblicato su Third World Quarterly “The Sustainable Development Goals and Laudato si’: varieties of Post-Development”, e dopo aver stretto la mano al Pontefice domenica 1 ottobre durante la sua visita a Bologna, mi sento di condividere con voi alcune riflessioni.

Per la prima volta nella storia – scrive Sachs – l’epocale crisi ambientale è diventata soggetto di un’Enciclica, che ha come elemento cardine la vulnerabilità del creato e che predilige la presa in cura della natura rispetto alla sua mera gestione. La “Laudato si’” mette l’enfasi sulla relazione, quella con il Pianeta, con gli altri, con sé stessi e con dio. Di fatto è una dichiarazione di interdipendenza.

 

L’Enciclica, secondo lo scienziato tedesco, a differenza degli Obiettivi di sviluppo sostenibile della Nazioni Unite, riconosce nell’antropocene il superamento dei limiti ecologici senza però riuscire a risolvere il problema della povertà. Questo è il dilemma più grande dei nostri tempi, che sfortunatamente non viene toccato dall’Agenda 2030. Il Papa si appella quindi a una modernità riduttiva anziché espansiva.

I paradossi del nostro tempo (ne ho elencati alcuni a pag 39 di Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z, Mondadori 2017) testimoniano che sono i ricchi a dover cambiare, non i poveri. I poveri stanno pagando il prezzo della ricchezza del Nord globalizzato.

L’etica dell’eco-solidarietà propugnata con forza nella “Laudato si’” invoca un cambiamento culturale a livello locale e globale, basato sull’economia cooperativa e sulla politica per il bene comune. “Dobbiamo fondare, anzi rifondare, il nostro presente sul futuro dei giovani. Su un’ecologia economica, circolare e di cura fondata su un’ecoscienza sostenibile e responsabile. Io credo che questa strada sia l’unica speranza per riuscire a saldare in anticipo i nostri conti economici e ambientali. Per quelli etici ci vorrà uno sforzo ulteriore, i danni fatti a livello culturale non si riparano tanto facilmente (pag 55, Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z, Mondadori 2017)”.

Autore dell'articolo: Segreteria